Cibo per l’anima

 

Cibo per l’anima: le emozioni sono tra le cose di cui noi ci nutriamo.

Ma, come tutti i cibi, ci sono quelli gustosi che fanno male, quelli insipidi, quelli super saporiti, i cibi piccanti, quelli dolci, quelli aspri. Quelli ad alto contenuto di grassi, quelli che hanno una puzza assurda ma fanno bene bene. I cibi spazzatura, i cibi salva-cuore.

C’è chi sminuzza il cibo, chi lo osserva con diffidenza prima di assaggiare, chi odia i cibi sani, chi odia i cibi pronti. C’è chi ama cucinare, chi assaporare, chi si sfama perché si deve, chi si abbuffa.

Chi dice “non mangio nulla” e poi mangia di nascosto. Chi crede di aver mangiato tanto con una briciola. Chi ama mangiare da solo, chi in compagnia di molti. Chi mangia al volo, chi apprezza lo slow-food. Siamo tanti e tutti diversi ma tutti mangiamo.

O muori.

Se non bevi e non mangi muori. Che tu lo voglia o no.

E che tu lo voglia o no, ti emozioni.

E le emozioni ti fanno bene, male, son troppe o poche, le cerchi, le rifiuti, le sezioni, le ignori, le sopravvaluti.

Le tieni in frigo belle congelate o le scaldi sempre troppo. Le condividi o le tieni solo per te. Ma fanno parte di te, non le puoi togliere.

Se le togli muori.

Primo passo per far amicizia con le emozioni è dar loro luce, conoscerle.

Meglio: ri-conoscerle.

Noi già le conosciamo ma siamo appannati…

Tutte le emozioni hanno una funzione positiva, anche nella sofferenza e soprattutto in quella, alle volte. Facciamo molta fatica però ad entrare in contatto con loro, con quelle che conosciamo, figuriamoci con quelle che non conosciamo.

Conoscere.

Per farlo bisogna mettere le mani in pasta, sempre per stare in tema culinario.

Un’emozione che non vuoi vivere, che allontani provoca comunque reazioni, eventi, te la senti negli effetti dell’assenza.

Come non esiste il vuoto non c’è la non-emozione.

Se ne togli una lo spazio si riempie con altre. Che speriamo non entrino pure in conflitto.

Quindi tanto vale: accogliamo, conosciamo. Stiamo.

L’emozione è un’esperienza complessa:

  • soggettiva
  • fisiologica
  • comportamentale

 

Se rinneghi un’ emozione non ti nutri. Un terreno non nutrito è sterile.

Io mi sono chiesta se voglio essere sterile nel cuore e nella mente. Non soffrirei, vero… ma non vivrei nemmeno.

Preferisco rimboccarmi le maniche ogni giorno e VIVERE.

 

Costa vivere, è vero. Ma mi va di spendere. Non diciamo sempre che “Più spendi meglio spendi?”

 

Bene. È tempo di spendere bene per noi stessi. Per emozioni di qualità.

 

Non ho detto emozioni positive e belle “trallallà”. Ma emozioni. Vive. Vere. Ogni emozione ha differenti intensità, sfumature, movimenti…

Si muove l’emozione. Nel corpo, dentro e fuori. Fuori la vedi nei comportamenti. Le emozioni le localizzi nel corpo. E nella mente, dove si trasformano in pensieri. Contano i buoni propositi: io voglio conoscere le mie emozioni. Io voglio accoglierle. Io voglio espanderle. Io mi voglio bene.

Esercizio 

  1. Fai un elenco delle emozioni che conosci;
  2. Ora guarda in Google e aggiungine di altre;
  3. Raggruppale nelle “casette” delle emozioni principali (rabbia, paura, tristezza, felicità, stupore, disgusto);
  4. Mettile in ordine di intensità.

 

Ad esempio:

  • beatitudine
  • amore
  • gratitudine
  • amicizia
  • affetto
  • dedizione
  • cura

 

Avrai così 7 “casette” e, all’interno di ciascuna, varie categorie ognuna delle quali ordinata per intensità. Comprati un calendario, di quelli dove riesci a scriverci qualcosa e annota:

  1. Ogni giorno, a fine giornata, scrivi con un colore l’emozione /le emozioni che hai provato di più e con un altro colore le emozioni che vuoi provare domani;
  2. Fai questo esercizio per almeno 21 giorni, meglio 28

 

Conosci.

Direzioni.

Scegli.

Verifichi.

Conosci.

Direzioni.

Scegli.

Sei tu l’artefice. Non dare sempre la colpa agli altri. Avranno responsabilità. Ma tu di più.

[bs_label type=”primary”]Puoi farti del bene.[/bs_label]

[bs_label type=”success”]Comincia ora.[/bs_label]

 

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chiara caprio progetto benessere Treviso

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