Bussa alla porta tanto più forte quanto più non le apriamo.
La rabbia. Povera rabbia.
Povera?
Sì, povera. Non la vuole nessuno, né sentirla, né tanto meno riceverla.
La vogliamo allontanare, non la stiamo ad ascoltare. E lei torna, bussa o sfonda la porta.
Cosa potremmo trovare se aprissimo la porta? Sicuramente qualcosa.
Qualcosa di poco piacevole forse. Ma sicuramente qualcosa di molto meno dannoso di ciò che accadrebbe a non aprirla la porta.
Più la respingiamo, più salgono i suoi interessi. Sì, perché vanno ascoltate le emozioni. Tutte, anche lei.
Pace. Riappacificazione. Anche con la rabbia.
La rabbia si aspetta una reazione. Noi diamole ascolto. Trasformiamola.
Vi propongo un semplice quanto intenso esercizio. Munitevi di:
- Due fogli A4 bianchi
- Penna
- Pennarelli colorati
- Forbice
Fase 1
Su un foglio scrivi una lettera alla tua rabbia a cuore aperto, senza filtri. Scrivila di getto, senza pensarci troppo. Immagina di rivolgerti a lei come se potesse leggere le tue parole, come se fosse personificata. Raccontale qualcosa, ponile delle domande, ricordale delle tue sensazioni, descrivile una situazione. Sfogati.
Fase 2
Prendi la forbice e ritaglia la tua lettera a striscioline sottili. Assapora il piacere nel farlo. Fallo lentamente ma con energia e consapevolezza.
Fase 3
Prendi le strisce di carta e componi un disegno bello con quelle stesse striscioline. E poi scrivi parole di amore e pace, di gratitudine e armonia con uno o più pennarelli. Non pensare troppo, scrivi parole “belle” sul disegno o per completarlo o negli spazi bianchi.
Fase 4
Osserva come hai trasformato la tua rabbia in un qualcosa di nuovo. È possibile e ti fa bene.