Il tempo del BenEssere

 

Oggi voglio condividere con te ciò che nel tempo ho imparato riguardo al BenEssere.

Non ci sono ricette magiche, per stare bene è necessario volersi bene.

Quello è il punto più difficile.

Altro ostacolo: la nostra mente che non tace un secondo. Ostacolo sull’ostacolo: quando diciamo alla nostra mente di stare zitta.

È come se entrassimo nell’apoteosi del DEVI.

DEVI rilassarti.

DEVI far tacere la mente.

Ovvio che così non ci predisporremo mai e poi mai ad uno stato di benessere.

Intanto impariamo ad ASCOLTARCI ed ACCOGLIERCI per quelli che siamo, accogliamo anche il fatto di non riuscire a chiudere i pensieri.

Proviamo compassione per noi dicendo “quante cose si accavallano, guarda che pieno che sono; ora lascio i pensieri scorrere perché ne hanno bisogno”.

Poniamoci come spettatori dei nostri pensieri ed ecco che si sentiranno accolti e fluiranno fino a scomparire.

Per poterci donare un po’ di BenEssere sono necessarie delle fasi preparatorie, ovvero TEMPO.

Non possiamo fare del BenEssere un atto consumistico “usa e getta”.

 

Buona lettura e buona pratica!

 

Predisposizione dell’ambiente

È importante prendersi cura degli spazi esterni quanto degli spazi interni, questo è un atteggiamento che stimola la riflessione, una sorta di coccola interiore.
Non si può pensare al benessere se non si usa il tempo per rendere accogliente lo spazio attorno.
“FUORI E DENTRO” entrano in comunicazione, in questo modo svilupperemo legame ed empatia, connessione con noi e intorno a noi.

 

  • Predisporre musica: frequenze rilassanti (528 o 432 Hz)
  • Predisporre luci soffuse intorno per definire uno spazio circolare (candele non profumate e bianche andranno bene)
  • Far accomodare a terra (in forma circolare se si è in più di tre)
  • Disporre una zona dove porre teiera, termos, tisane e bicchieri (da usare alla fine di un rituale di BenEssere)
  • Portare un diffusore per ambienti ed oli essenziali (lavanda, bergamotto o camomilla andranno bene per più persone, pochissime gocce, anche 3 o 4, l’effetto non è a livello olfattivo ma vibrazionale).

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Predisposizione delle persone

Cosa faccio io per il mio Benessere? Alle volte nulla, alle volte troppo. In entrambi i casi non mi sto ascoltando.
Possiamo iniziare con un semplice esercizio di consapevolezza del nostro corpo, noi ce lo portiamo dietro tutta la giornata, per tanti giorni uno dopo l’altro.

  • Il nostro corpo è abituato a fare cose, ora possiamo abituarlo all’ascolto.
  • È una pratica che richiede sicuramente tempo e costanza, con apertura e fiducia.
  • Zittiamo la mente: la prima causa di delusione da ogni pratica di consapevolezza è sicuramente il vocio interno continuo. Zittire la mente vuol dire porsi in ascolto, non avere aspettative in nessun senso.
  • Semplicemente ascoltare.
  • Se arrivano pensieri li accolgo e li lascio andare.

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Stretching

È importante sciogliere eventuali nodi.  È importante riconoscere che il nostro corpo è strettamente in connessione con i nostri pensieri e con le nostre emozioni.
Imparando a conoscere il nostro corpo, soprattutto nel respiro e nelle risposte muscolari, potremmo mandare un segnale importante al nostro cervello e , di conseguenza – a cascata – avere un riverbero positivo in termini di sensazioni e di emozioni, in un circuito virtuoso.

  • Seduti con le gambe incrociate, schiena eretta ma morbida, lingua al palato, occhi socchiusi, respiriamo con il naso.
  • Lo stretching comincia intrecciando le mani tra loro, girandole, portandole verso l’alto (con i palmi al cielo), sulla sommità del capo.
  • Tiriamo leggermente in alto le braccia per distendere la colonna vertebrale e ondeggiamo a sinistra e destra in modo da ampliare la distensione muscolare della parete sinistra e poi destra del torace.
  • Sempre con le mani intrecciate ora portiamo in avanti il busto fino a toccare il pavimento con il naso.
  • A questo punto sganciamo le mani e risaliamo lentamente in posizione schiena eretta.
  • Ripetiamo il tutto per 3 volte.

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Attivare le mani, il centro del calore del massaggio

Le mani ci accompagnano ogni giorno in tutte le nostre attività sono l’espressione corporea più potente, assieme allo sguardo, implicata nella relazione. Definiscono la nostra disposizione o meno al contatto, anche in riferimento a noi stessi. Bisogna pertanto accorgersi delle proprie mani e, grazie ad esse, del proprio corpo.

  • Sfreghiamo le mani l’una all’altra fino a che non sono calde.
  • Con il pollice sinistro sul centro della mano destra applichiamo una pressione leggera e ruotiamo in senso orario, come a formare un cerchietto nel palmo destro. Come fosse un cavatappi il pollice sinistro gira su quello destro da sinistra a destra (senso orario), poi si stacca e si riposiziona. Per 12 volte. Idem pollice destro sul centro del palmo della mano sinistra, sempre in senso orario.
  • Poniamo poi le nostre braccia alzate e distese in avanti, parallele, mano sinistra con il palmo verso terra e destra con il palmo al cielo. Apriamo e chiudiamo contemporaneamente le mani per formare e poi aprire un pugno. Per 12 volte.
  • Poi giriamo il senso delle mani: la mano che guardava la terra ora guarda il cielo e viceversa. Apriamo e chiudiamo il pugno per 12 volte.
  • Ora le mani sono attive.

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Automassaggio

  • Seduti gambe incrociate, schiena eretta ma morbida, occhi chiusi o socchiusi, lingua al palato, inspiro ed espiro con il naso.
  • Parto con la mano sinistra e massaggio:
    – Dorso mano destra, risalgo polso, avambraccio, gomito, braccio, spalla,
    mi giro e passo la parte interna del braccio fino ad arrivare al palmo e alle dita.
  • Con la mano destra faccio la stessa azione sulla mano e sul braccio sinistro.
  • Massaggio le gambe con entrambe le mani, mano sinistra su gamba sinistra e destra su gamba destra, con lenti movimenti circolari.
  • Risalgo e sempre con movimenti circolari scaldo la pancia nel basso addome, poi nell’ombelico, poi i reni, poi torno davanti e scaldo lo stomaco, poi il cuore, la gola.
  • Ora massaggio il viso:
    – Con i pollici distendo lo spazio dall’attaccatura interna delle sopracciglia all’esterno
    – Con gli indici massaggio le labbra
    – Con gli indici massaggio sempre con piccoli leggeri movimenti circolari il punto di giunzione tra mandibole e osso cranico
    – Pollice e indice massaggiano i lobi delle orecchie
    – Con entrambe le mani a dita unite poi “spolvero” la fronte, dall’interno (le dita delle due mani si toccano dunque nelle punte) verso l’esterno.
    – Con entrambe le mani scaldo la zona sopra il capo, all’altezza della fossetta cranica.

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…e ora buona tisana!

 

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chiara caprio progetto benessere Treviso

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